Gruppo Alpini Chiampo Gruppo Alpini Chiampo Gruppo Alpini Chiampo

La Storia del Nostro Gruppo

1929-2016

Era il 16 Maggio del 1929 quando  a Chiampo veniva costituito  ufficialmente il Gruppo Alpini  che entrava a far parte dell’allora  Sezione“ValChiampo” di Arzignano.  Ma fu l’anno successivo , il 15 Maggio del 1930, che vi fu la cerimonia che sanciva la solenne costituzione del Gruppo mediante la consegna del Gagliardetto. Madrina di quella giornata fu la signorina Lucia Mazzocco, sorella del Col. Ruggero e del Magg. Osvaldo entrambi Alpini e decorati con la Medaglia d’Argento nella 1° Guerra Mondiale. Lorenzo Perazzolo ricordò così quel giorno: “ Chi scrive non era presente a quella cerimonia, ma la rivive nella sua immaginazione. Rivede la gentile madrina e accanto a lei il prof. Osvaldo nell’atto in cui si sta rivolgendo ai presenti con la forbita parola del letterato per sottolineare il significato simbolico di quella piccola bandiera, che il Gruppo riceve in consegna, e per cogliere nel contempo l’occasione per esaltare il sacrificio di tanti fratelli che amavano la vita e furono travolti nell’immane tragedia della guerra”. Dobbiamo attendere il 1955 perché il Gruppo di Chiampo assuma la sua definitiva collocazione diventando Sottosezione di Vicenza. Primo momento storicamente importante fu il 1979 anno in cui, in occasione del 50° anniversario , ebbe l’onore, nei giorni 8 e 9 Settembre, di ospitare la 15° Adunata Sezionale. Per la prima volta il Gruppo si vide riconosciuto l’impegno svolto in anni di sacrifici.

Nel 1992  a Chiampo , grazie all’opera di tutti gli Alpini del Gruppo, veniva realizzata la nuova sede nata dalle rovine fatiscenti del vecchio macello. In occasione della sua inaugurazione Chiampo venne scelta nuovamente per ospitare nei giorni 13 e 14 Giugno l’Adunata della Sezione di Vicenza che in quell’anno festeggiava i 70 anni dalla sua Fondazione.  Un’Adunata che resterà nei cuori e negli occhi di tutti ,trasformando le strade del nostro paese in un indimenticabile susseguirsi di immagini e di colori  regalando  sensazioni ed emozioni che difficilmente cancelleremo dalla nostra memoria.

Gli anni Novanta vide il Gruppo Alpini di Chiampo protagonista in numerose attività. Sempre nel 1992 a seguito di una ristrutturazione dell’edificio Municipale il Gruppo venne chiamato ad eseguire il trasloco completo degli Uffici. In quello stesso anno inoltre venne offerto alla Casa di Riposo l’arredamento per una stanza destinata a  persone non autosufficienti.

Negli anni 1995 e 1996 il Gruppo ristrutturò la Casa Parrocchiale a Campofontana (Selva di Progno) e riportò alla giusta dignità il parco (abbandonato per più di 30 anni) della Villa Veronesi di proprietà della Diocesi di Vicenza.

Altro momento storicamente importante fu il 2002, anno in cui i nostri Alpini, in occasione dei 150 anni della Chiesa Parrocchiale di Chiampo, vennero scelti per condurre in processione la statua della Madonna della Pieve da secoli conservata con cura e devozione nel Santuario Francescano.

Lungo e difficile è stato il cammino del nostro Gruppo in tutti questi  anni . Dai 72 iscritti del 1929 è cresciuto di anno in anno  passando a  322 nel 1979 . Oggi sono più di  500 gli iscritti che formano un Gruppo considerevole, sia da un punto di vista numerico, che da un punto di vista organizzativo.

Ma più che il valore numerico è giusto che sia messo in evidenza la sua  efficienza che si manifesta con opere concrete e pronti interventi . Come non ricordare quegli Alpini che verso la fine degli anni settanta  accorsero in aiuto delle popolazioni vittime del terremoto nel Friuli e che settimana dopo settimana, per mesi, lavorarono dimostrando a tutti cosa voglia dire  veramente essere Alpini anche in periodo di pace.

SOCIALE

Dopo 87 anni è sempre più vivo e ha sempre più voglia di crescere e di essere un punto di incontro per tutta la comunità. Un Gruppo che ha il merito di avere tra le sue file Alpini volenterosi e pronti al sacrificio sempre spinti da quei valori e da quegli insegnamenti che i nostri “Veci” ci hanno trasmesso e che ci rendono fieri di indossare il Cappello Alpino.

Un lavoro, il suo, impreziosito negli ultimi anni operando nel campo della solidarietà ,sostenendo con aiuti e sovvenzioni progetti in Italia e non solo:

  • la Fondazione “Mater” di Bucarest (Romania) che si occupa di bambini orfani di età compresa fra gli 0 e i 4 anni, tra i quali ,purtroppo, ben 85 ,malati terminali di AIDS ;
  • la costruzione di una scuola in Brasile voluta e realizzata dagli Alpini della Sezione di Bassano del Grappa.
  • la LILT della delegazione di Vicenza che svolge un’attività di prevenzione ai tumori su tutto il territorio della Provincia di Vicenza. Nel 2016 Chiampo si è visto riconosciuto quanto fatto in questi anni con l’apertura di un ambulatorio Lilt .
  • il Banco Alimentare con la Colletta Alimentare per la raccolta’ di cibo per i bisognosi residenti nel Veneto.

Sempre presente presta continuamente  il proprio aiuto e la propria collaborazione a:

  • Proloco e Comitati per l’organizzazione degli eventi più significativi;
  • Parrocchia e ai Frati Francescani per tutti gli interventi di piccola manutenzione e non solo;
  • Scuola sia con un’attività didattica rivolta agli alunni delle scuole che di manutenzione;
  • Casa di Riposo in occasione della Festa dell’Ospite;
  • Amministrazione Comunale per interventi di varia natura e per l’organizzazione di eventi celebrativi quali:
    • – 25° Aprile
    • – 2 Giugno
    • –  la commemorazione  dell’eccidio Garazara – Molon
    • –  4 Novembre

Senza dimenticare l’impegno “ PER NON DIMENTICARE” partecipando alle varie celebrazioni che si svolgono in tutto il territorio italiano quali , tra le altre,:

  • Ortigara
  • Pasubio
  • Adamello

E collaborando un maniera fattiva alla ricostituzione della COMMISSIONI GIOVANI della Sezione di Vicenza .

SPORTIVO

Un impegno che non si è distinto solo nel campo sociale, ma pure in quello sportivo. ammirazione e riconoscimento a tutti coloro che in questi anni si sono impegnati nelle più diverse discipline regalando al Gruppo momenti di orgoglio e soddisfazione. Entrando nella sede si rimane quasi incantati nell’ammirare le medaglie e le coppe conquistate dai nostri atleti non solo nelle competizioni locali, ma anche internazionali quali la Maratona di Venezia e di New York.

Atleti si!!! ma anche organizzatori di eventi sportivi .I campionati Sezionali di Sci organizzati dal Gruppo di Chiampo insieme allo sci club di Chiampo ne sono un esempio.

I NOSTRI CAPIGRUPPO

Come non ricordare  coloro che hanno contribuito alla nascita del Gruppo e alla sua crescita.

Angelo Dal Maso che fu colui che si adoperò attivamente per crearlo e il suo primo successore Bortolo Purgato che lo guidò fino all’inizio della II ° Guerra Mondiale.

L’Ing. Gianni Danda , Capitano di Complemento, combattente in Russia , decorato di Medaglia d’Argento e di Bronzo che con la sua presenza ne accrebbe  il prestigio.

Sabino Repele che dal 1971 lo condusse con diligenza e senso dell’onore per 30 anni e che contribuì in maniera fattiva alla realizzazione della nuova sede.

Valerio Ceretta che dal 2000 ne è alla guida.

Un doveroso riconoscimento va ad Antonio Mazzocco che, oltre ad essere stato Consigliere Nazionale, ha avuto il grande merito di creare la squadra di Protezione Civile Alpina “ValChiampo” fiore all’occhiello non solo del nostro Gruppo ma di tutta la sezione di Vicenza.

Storia degli ALPINI


Gli Alpini sono le truppe da montagna dell’Esercito Italiano, come lo erano per il Regio Esercito, e rappresentano una specialità dell’arma di fanteria specializzata nella guerra sui terreni montani. Queste truppe sono attualmente organizzate sostanzialmente su due brigate operative inquadrate nel Comando truppe alpine.

Formatisi il 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell’Italia con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera. Nel 1888 gli Alpini furono inviati alla loro prima missione all’estero, in Africa, continente nel quale sono tornati più volte nella loro storia, per combattere le guerre coloniali del Regno d’Italia.

Si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l’Austria-Ungheria, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe regolari e da montagna austriache e tedesche, rispettivamente Kaiserschützen e Alpenkorps, lungo tutto il fronte italiano. Durante la seconda guerra mondiale, gli alpini combatterono a fianco delle forze dell’Asse principalmente nei Balcani (nel difficile teatro greco-albanese) e sul fronte orientale, dove, impegnate sulla linea del Don invece che nel Caucaso come inizialmente previsto, subirono perdite gravissime durante la battaglia difensiva e la conseguente tragica ritirata dell’inverno 1942-1943. A causa della riorganizzazione dell’Esercito Italiano dopo la fine della guerra fredda, nel 1990 tre delle cinque brigate alpine e molte unità di supporto furono sciolte. Dal 2003 gli Alpini sono impegnati in Afghanistan.

Origini del corpo alpino

Durante la riorganizzazione dell’esercito italiano iniziata a seguito del successo prussiano nella guerra contro la Francia, venne varata la “riforma Ricotti” voluta dal generale e ministro della Guerra Cesare Francesco Ricotti-Magnani, che prevedeva una ristrutturazione delle forze armate condotta sul modello prussiano, basata sull’obbligo generale ad un servizio militare di breve durata, in modo tale da sottoporre all’addestramento militare tutti gli iscritti alle liste di leva fisicamente idonei, abolire la surrogazione e trasformare l’esercito italiano in un esercito-numerico, espressione delle potenzialità umane della nazione.

« Applichiamo quindi il sistema prussiano poiché questo comandano le necessità dei tempi […] il nostro paese ha bisogno di militarizzarsi e disciplinarsi come il nostro esercito di coltivarsi, e il servizio militare obbligatorio […] recherà bene all’uno e all’altro »
(Nicola Marselli in “Avvenimenti del 1870-1871”)

Giuseppe Perrucchetti, il “padre” degli Alpini

Nel fervore innovativo in seno alla gestione Ricotti venne affrontato anche il problema della difesa dei valichi alpini. Fino ad allora si era ritenuto che una reale difesa dei valichi fosse impossibile e che un eventuale invasore dovesse essere ostacolato dagli sbarramenti fortificati delle vallate, ma definitivamente fermato solo nella pianura Padana. Questa tattica avrebbe lasciato completamente sguarniti tutti i passi alpini dal Sempione allo Stelvio e tutto il Friuli, cioè la più diretta e potente linea d’invasione disponibile all’Impero austro-ungarico.

Nell’autunno 1871 il capitano di stato maggiore, ex insegnante di geografia, Giuseppe Perrucchetti, preparò uno studio dal titolo Considerazioni su la difesa di alcuni valichi alpini e proposta di un ordinamento militare territoriale nella zona alpina nel quale sosteneva il principio che la difesa delle Alpi dovesse essere affidata alla gente di montagna. Nato nel 1839 a Cassano d’Adda, dunque in pianura e non in montagna, Perrucchetti che non era un alpino e non lo diventò mai, fu un appassionato studioso attento alle operazioni militari condotte nei secoli precedenti nei territori alpini, e fin dall’inizio colse le contraddizioni che il sistema di reclutamento italiano comportava.

A causa del complesso sistema di reclutamento concentrato nella pianura, all’atto della mobilitazione gli uomini avrebbero dovuto affluire dalle vallate alpine ai centri abitati per essere equipaggiati e inquadrati, quindi ritornare nelle vallate per sostenere l’urto di un nemico che nel frattempo avrebbe potuto organizzare e disporre al meglio le proprie forze. In questo modo si sarebbe venuta a creare una concentrazione caotica di uomini presso i distretti militari atti a rifornire il personale sceso a valle insieme a quello di stanza in pianura, il che avrebbe portato conseguenti e inevitabili ritardi. A ciò si sarebbe aggiunto – sempre secondo Perrucchetti – un altro grave limite: le esigenze di mobilitazione avrebbero portato alla creazione di battaglioni eterogenei composti da provinciali della pianura poco atti alla guerra di montagna e non pratici dei luoghi.